La disastrosa alluvione del 1966 si abbatté anche sulla basilica-santuario della SS. Annunziata di Firenze, sommergendola con due metri d’acqua e devastandone il ricco patrimonio artistico, senza risparmiare l’archivio della sua Cappella Musicale, i cui manoscritti furono intrisi di acqua e fango. Nell’immediatezza dell’evento, dovendo fronteggiare gli innumerevoli danni subiti dal complesso basilicale, per i manoscritti fu possibile solo un intervento di emergenza per tamponare i danni maggiori e per trasferirli in luogo riparato, dove sono rimasti per oltre quarant’anni. Solo da pochi mesi, infatti, è stato avviato il lavoro di riordino, catalogazione e digitalizzazione, nella prospettiva di un futuro studio del suo contenuto. Da un primo sommario inventario risulta che il fondo è costituito da circa 5.000 opere (fra cui alcune miscellanee), la maggior parte delle quali in forma manoscritta ed inedita. Il numero di compositori presenti è enorme e tra questi risultano varie composizioni in spartiti musicali del musicista del 1800 'Alessandro Giorgetti' al quale l'omonimo astrattista e musicista, oggi dedica un trittico di opere fuse con alcune di quelle partiture originali. L'arte musicale di ieri resuscita e rivive in un'opera d'arte contemporanea. Le tre opere dell'astrattista Giorgetti sono raggruppate in un progetto dal titolo 'Spartiti nell'Astratto' gioco di parole che indica sia le partiture musicali che la linea di confine quasi sempre presente nelle opere del Pittore erede del grande Mark Rothko che delinea spazio tempo diversi.